martedì 21 dicembre 2010

NATALE CONTINUO




RINASCERE  SEMPRE


S’imparano lingue e si studiano insetti per capirne il linguaggio…
Inventammo il telegrafo,telefono,radio,televisione,internet
per comunicare…
Ma forse a volte neanche il Padre può capire…
Capire un Figlio quando c’è anche Spirito Santo…
Ed il tutto,tra tutto ciò che poteva divenire…
Scelse di diventare uomo,
per comunicare…
Ma non è bastato a farci capire che…
Lui non ci ha dato semplicemente Vita
ma l’opportunità di darla
perché Natale…
 E’ ogni volta che nasce qualcuno.


Che dentro ognuno di noi s’illumini l’immenso !


Mario Mandalà

lunedì 13 dicembre 2010

TRAILER - Virtuosismi artigianali - [di A. Grande]

I MESTIERI SMINUITI DALLA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Il calzolaio,detto
anche ciabattino,è un artigiano che realizza o ripara scarpe, ciabatte ed ogni altro tipo di calzatura.







Questa professione           
è una di quelle
messe più a
rischio
dall'industria,
in quanto
la produzione di
scarpe
è ormai quasi
un'esclusiva delle
macchine.


Il lavoro dei calzolai si è ridotto perlopiù alla riparazione o alla produzione di alcune parti di esse.


 
I materiali che essi utilizzano di più sono il cuoio, il legno, la gomma, la plastica e la iuta,
solitamente per sistemare le suole e i tacchi.

La maggior parte dei calzolai utilizza una forma in legno o oramai meno frequentemente in metallo per dare alla scarpa la giusta sagoma.

Alcune forme sono dritte, mentre quelle curve sono differenziate per la scarpa destra e quella sinistra.












Artigiano  

                     calzolaio







Una delle più antiche corporazioni artigiane, nata -sembra- nel 1185.


Fino all'inizio del '900 Novara era
chiamata "città dei sciavatin" (ciabattini).




LA STORIA DELL'UNIVERSITA' CALZOLAI

Sotto i porticati di piazza delle Erbe a Novara avevano sede le vecchie botteghe dei calzolai, raccolti e organizzati nel Paratico dei Calzolai. Nel 1225 i portici posti sul lato di settentrione della piazza sono venduti dal Comune al Paratico dei calzolai. I calzolai acquistano i portici ma sono tenuti a organizzare i loro banchi di lavoro e vendita in modo da non ostacolare il passaggio. Il Comune impone anche altre limitazioni, ha alienato i portici ai calzolai perché si trovava a corto di denaro, ma voleva riservarsi un controllo sulla piazza, e evitare che i calzolai diventassero troppo potenti, o che lo diventasse la chiesa, acquistando i portici dai calzolai, oppure alleandosi con essi. La piazza così organizzata doveva avere un aspetto assai vivace. Nel 1244 sono ben ottantatré i calzolai che espongono la loro merce sotto al porticato. Nel corso degli anni non mancarono i problemi e le cause. Nel 1251 un cittadino novarese a nome del Comune fece causa al Paratico perché un calzolaio impediva con il suo banco la viabilità sotto i portici. Ma il giudice dà ragione all'artigiano.
Nella piazza hanno sede anche i banchi delle beccherie, cioè dei macellai. Nel corso degli anni, il Paratico entra in possesso dell'intera piazza e affitta aree a commercianti di verdura e commestibili riscuotendo regolari affitti. I calzolai sono così padroni assoluti della piazza che sono esentati dal pagare le tasse d'estimo, ancora alla fine del XVII secolo.
I primi Statuti del Paratico dei calzolai sono del 1229. Secondo questo documento, Il Paratico è retto da Consoli, che hanno diritto al rispetto dei componenti del Paratico. La loro offesa comporta una multa. Ampia attenzione viene dedicata negli Statuti all'amministrazione della giustizia. Multe sono previste per chi rifiuta di presentarsi o arriva in ritardo in una causa di giustizia, per chi oltraggia un Console, per chi arreca ferite . Sanzioni sono previste per chi non rispetta l'ordine e la disciplina sotto i portici della piazza delle Erbe, così come viene punito chi insulta un calzolaio chiamandolo "asino".
Le banche dei calzolai sotto il portico non possono esser affittate a non calzolai. Interessanti sono le norme sull'apprendistato dei giovani: al calzolaio è vietato tenere per più di otto giorni presso di sé il discepolo "se non fa promessa di salvamento", cioè di conservarlo al suo servizio. Al calzolaio è vietato assumere il discepolo di un altro calzolaio. Il discepolo non può essere assunto per meno di due anni. La sua paga sarà di non più di dieci soldi, elevabili a dodici se il calzolaio è membro del Paratico.
I calzolai sono legati all'ospedale San Giuliano, di cui sono amministratori.
L'amministrazione dell'ospedale da parte dei calzolai continuò sino al 1970.
Nel reparto Ostetricia e Ginecologia, è stata collocata una targa, inaugurata il 23 ottobre 1997, giorno di SS. Crispino e Crispiniano, patroni dei Calzolai, che ricorda la secolare amministrazione dell'Ospedale San Giuliano da parte dei calzolai raccolti nell'Università dei calzolai.

venerdì 10 dicembre 2010

ETERNO CIOCCOLATO

Già al tempo dei Maya
il cioccolato si distingueva
e veniva chiamato kakaw uhanal, ovvero








           "cibo degli Dei".









I secoli sono passati ma, il cioccolato rimane molto apprezzato in tutte le sue varietà,


confermandosi pietanza di alto livello
e non solo…



A New York è disponibile nell’hotel extra-lusso  Bryant Park di Manhattan una suite di cioccolato,il paradiso dei golosi. L’insolita stanza allestita in occasione di San Valentino, da maggio resterà aperta al pubblico.

mercoledì 1 dicembre 2010

LA STANCHEZZA

La stanchezza è terribile.
La stanchezza non ti permette di fare
ciò che dovresti fare
come dovresti farlo.
Perché quando uno è stanco non può
dare il massimo delle sue capacità perché
la stanchezza non ti fà vedere
le cose come stanno ma…
Te le fà vedere stanche.
La stanchezza è l’estremo delle forze.
L’esagerato estremo porta
                                                   alla stanchezza della vita.


La stanchezza
ti fà perdere la voglia…
La mancanza di voglia
 ti fà  venir la noia.
Con la noia
bisogna imparare a convivere…
Ma con la stanchezza non si può:
bisogna dormire perché…
Solo il sonno può colmare
la stanchezza.

La stanchezza porta ansia,
forse perché non sai…
Sei sveglio ma…
Tutto dentro di te
è stanco,
dorme
e non capisci
se ciò che vedi è sogno.
L’ansia stanca…
Essa è quasi sempre dovuta
ad una preoccupazione
che diventa fissazione
martellando il cervello,
schiacciando gli altri pensieri
rimanendo al centro di essi.
La fissazione esagerata
porta la pazzia.
Allora perché sforzare il proprio essere?
La stanchezza chiede riposo e…
Tutti hanno bisogno di riposo.
Per riposare
bisogna rilassarsi.
Per rilassarsi
 bisogna essere stanchi
di un qualcosa che ci ha soddisfatti.
Solo allora avremmo sonni tranquilli
addormentandoci di buon umore.
Dormiamo a sufficienza.
Dormiamo proporzionatamente
alla stanchezza accumulata.
Dormiamo per dire buona notte
 alla stanchezza.




                        Mario Mandalà
                             (Milano,1999)